Progetti belli che uniscono food e innovazione

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Mi definisco una gourmet digitale: sono curiosa di cibo quanto di novità tecnologiche. E quando cibo e innovazione si uniscono, non posso che entusiasmarmi, considerando anche la scarsa maturità digitale del mondo agricolo ed enogastronomico in Italia.

In questo post raccoglierò nel tempo una selezione dei migliori progetti che, in modi diversi, fanno innovazione nel mondo del food. Sono progetti che innovano perché offrono qualcosa di nuovo, danno una soluzione diversa a bisogni reali delle persone e contribuiscono a cambiare in modo positivo il mondo. E non è questo lo scopo di fare UX design?

Se hai da suggerirmi i nomi di altri progetti, scrivimi così potrebbe essere aggiunto alla lista.

Cortilia

Un progetto nato nel 2012 a Milano, è il primo mercato agricolo online. Cortilia fin dalla sua nascita ha messo in contatto consumatori con agricoltori, allevatori e produttori artigianali possibilmente locali.
Come funziona? La piattaforma si presenta come un ecommerce. È necessario registrarsi e poi scegliere se abbonarsi a una cassetta preconfezionata o scegliere di volta in volta prodotti diversi tra frutta e verdura, uova, carne, formaggi e pane. È necessario raggiungere una soglia minima di acquisto, ma la spesa verrà poi consegnata all’indirizzo e all’orario indicato, senza costi aggiuntivi.

Funziona perché:
– la comodità di ricevere a casa o in ufficio una spesa di qualità che sarebbe altrimenti difficile da fare per tutte quelle persone che non riescono ad andare al mercato di quartiere.
– Cortilia seleziona fornitori di qualità e comprando da loro si ha la garanzia che anche i prodotti sconosciuti sono validi e buoni.

L’Alveare che dice sì

Anche in questo caso si tratta di un mercato agricolo che nasce online, ma a differenza di Cortilia qui la consegna avviene di persona.
Un elemento fondamentale di questo progetto nato in Francia nel 2011 è proprio l’aggregrazione sociale: l’incontro tra produttori, consumatori e il gestore dell’Alveare avviene ogni settimana ed è un’occasione per rafforzare e creare rapporti con persone del quartiere e conoscere realtà produttive vicine a noi.
Il progetto si articola in alveari, creati da un gestore. Per avviare un alveare è necessario trovare un luogo di incontro settimanale idoneo, un numero consono di produttori che sono disponibili a consegnare in quel posto in un determinato giorno e orario e almeno 100 iscritti all’alveare che si dimostrano quindi interessati a fare la spesa in questo modo.
Ogni settimana sul sito dell’Alveare (come questo di Città Studi a Milano) vengono resi disponibili i prodotti da acquistare che gli iscritti possono ordinare e ritirare nel giorno e nell’orario stabilito.

Funziona perché:
– permette di acquistare prodotti buoni e genuini in orari solitamente adatti a chi lavora tutto il giorno.
– è un’occasione di socializzare meglio nel proprio quartiere e con i produttori stessi.

myFoody

Un’app dall’anima green nata da alcuni giovani milanesi che hanno l’intento di ridurre gli sprechi nei supermercati e al tempo stesso far risparmiare qualche soldo alle persone.
Scaricando l’app si ha infatti la possibilità di vedere le offerte, inserite dai punti vendita iscritti alla piattaforma, relative a prodotti in scadenza o rovinati.

Funziona perché:
– è una di quelle situazione win-win dove vincono tutti: il supermercato, i clienti e l’ambiente.

Bella Dentro e Recup

Entrambi progetti meno legato al digital ma nati e cresciuti anche grazie ai social.
Bella dentro è una start-up nata da due trentenni anch’essi spinti dalla voglia di ridurre gli sprechi alimentari. Per questo motivo raccolgono frutta e verdura brutta fuori (ma bella e buona dentro) da agricoltori emiliani e lombardi per rivenderla a ristoratori e privati attraverso la loro Apecar in giro per Milano.

Un progetto molto diverso ma che condivide lo stesso spirito antispreco è quello di Recup. Un’associazione nata da una giovane ragazza nel 2016, la quale riunisce volontari che si recano in determinati mercati a fine giornata per raccogliere la merce che andrebbe sprecata. Tutti i prodotti raccolti vengono poi ridistribuiti tra i volontari stessi e negli spazi adibiti per il social market.

Funziona perché:
– il loro progetto è una soluzione alla domanda “come potremmo ridare vita alla frutta e verdura che andrebbero sprecati?”
– sono progetti belli nati da giovani che dimostrano che volere è anche potere

Vinix

“Comprare vino online in gruppo con gli amici” è la tagline che riassume Vinix, un progetto che si propone come social commerce perché mette in collegamento diretto produttori, principalmente di vino, e consumatori.
Come funziona? Ci si iscrive a un gruppo di acquisto proposto da un capocordata, che si occuperà di stoccare la merce che verrà poi ritirata da tutti i partecipanti all’acquisto. Più persone partecipano all’acquisto, e maggiore sarà lo sconto.
Se non trovi un gruppo di acquisto nella tua zona, puoi lanciare tu stesso il tuo e diventare un capocordata con il vantaggio di ricevere un piccolo contributo da ogni partecipante per la gestione e lo stoccaggio in fase di consegna.
I produttori sono tutti selezionati per garantire qualità e unicità dei prodotti in catalogo.

Funziona perché:
– ridurre la filiera distributiva permette ai consumatori di risparmiare molto sull’acquisto.
– si possono trovare prodotti difficilmente reperibili sul proprio territorio

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